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Profumeria Adriana il Blog

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C’era una (altra) volta Iperborea di Villoresi

14 giovedì Feb 2013

Posted by Profumeria Adriana in Editoriale, Eventi, La biblioteca del profumiere, Lorenzo Villoresi, Profumeria Artistica

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Tag

C'era una volta, Iperborea, Lorenza Colicigno, Luca Lancieri, Profumeria Artistica, Villoresi

C'era una volta Copertina

Sulla Gazzetta del Mezzogiorno di ieri, 13 febbraio 2013, Lorenza Colicigno ha firmato un articolo sul libro di Luca Lancieri, C’era una volta. Vi consiglio di leggerlo tutto per intero (qui Articolo Gazzetta), perché mi ritrovo nella sua sensibilità interpretativa che dà un senso a quel che sembra troppo (nel libro come nella vita), con un’immagine suggestiva, la semina dopo la bruciatura delle stoppie.

Qui vi riporto quella parte dell’articolo in cui il protagonista (a sorpresa) è Iperborea di Villoresi:

…. «Si può perdere il lavoro per un profumo?», si chiede Luca narratore/personaggio in «La profumeria Adriana». Nella risposta tutta emozionale a questa domanda, in questo perdersi davvero, stando in via Pretoria a Potenza, tra mimose e fiori d’arancio in riva all’oceano, pensando a legni di bosco, godendo le carezze vellutate della pesca, abbandonandosi al bouquet sublime di «Iperborea», di Lorenzo Villoresi, come può non essere condivisa l’idea che sia «meglio un’emozione che la colazione»? Ecco, dunque, ripristinato l’ordine. Questo rovesciamento del mondo è fortemente simbolico, al di là, forse, delle stesse intenzioni dell’autore. Fatto sta che con il suo linguaggio, a volte greve, a volte infero, a volte grottesco, a volte sarcastico, a volte persino lirico, Lancieri brucia, come il fuoco le restoppie per creare l’humus per la nuova semina, la superficie guasta e malata del mondo, liberando così un desiderio di purezza, di autenticità, di verità, di giustizia. E, c’è da giurarci, questo mondo nuovo, che non sappiamo se mai rinascerà dalle ceneri del vecchio, avrà il gusto di «Iperborea».

Lorenza Colicigno, per gentile concessione della Gazzetta del Mezzogiorno.

——————-

PS Per tutto il mese di febbraio acquista una fragranza Villoresi (100ml) e ti regaliamo una copia del libro di Luca Lancieri, C’era una volta

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C’era una volta una sera d’inverno tra racconti e profumi.

11 lunedì Feb 2013

Posted by Profumeria Adriana in Editoriale, Eventi, La biblioteca del profumiere, Lorenzo Villoresi, Profumeria Artistica, Profumi

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Tag

Centro Storico, coup de coeur, emozione, Eventi, Iperborea, Luca Lancieri, Profumeria Artistica, Villoresi

C'era una volta

Quello di venerdì 8 febbraio 2013 è stato un pomeriggio di nervosa attesa, con una certa apprensione che la neve annunciata da giorni potesse impedirci di raggiungere il ristorante, pardon, il luogo dei luoghi mi correggerebbe Luca, scelto per la serata.

Ed invece, la neve rimanda gentilmente di 24 ore, ed alle 20,30 arriviamo da C’Era una Volta per festeggiare il secondo libro scritto da Luca Lancieri, che si chiama, per l’appunto, C’era una Volta.  Il camino acceso, gli arredi magici che stimolano i ricordi comuni, i taralli ed il vino, davvero non avrebbe potuto esserci un luogo più propizio per annunciare questa nuova avventura.

Dopo saluti, presentazioni, chiacchiere informali, la professoressa Lella Colicigno ed il giornalista Oreste Lopomo presentano “C’era una volta”, un libro in cui si ritrova quell’umanità pittoresca del primo romanzo, ma che pur trovando spunto in contesti e luoghi della provincia (da una festa di Vaglio ad una profumeria), ne fa dei luoghi simbolo che non sono più lucani, ma diventano La Provincia in generale in cui veder scorrere l’umana vita in tutte le sue gioie, dolori e contraddizioni.  Il grottesco, l’uso del linguaggio dialettale, delle parolacce, di incidenti violenti e controsensi dolorosi narrati a spron battente, diventano una sorta di elisir per fare i conti con la vita e l’inarrivabile sforzo di darle un senso.

Ringrazio Oreste LoPomo, mi emoziona sempre sentire parlare della profumeria come un riferimento storico della città. È un tributo a mia madre, al lavoro che ha fatto quando da giovane ha creato la sua adorata profumeria, lei così appassionata di bellezza in tutte le sue forme…

Luca ha voluto concludere  la serata leggendo un racconto del suo libro che si chiama proprio: la Profumeria Adriana. Ed ha spiegato che:

“il racconto è nato inaspettato, quando una volta un po’ sul serio e po’ per scherzo Roberta mi ha chiesto di scrivere la recensione di qualche profumo sul suo blog. Fin da quando avevo The Dude [il mitico Concept Store di piazza Matteotti] ho sempre amato 4 fragranze, di queste 2 sono firmate da Lorenzo Villoresi, Teinte de Neige ed Yerba Mate.

Così non ho avuto dubbi. Ho chiesto di sentire le novità di Villoresi e Roberta mi ha proposto di  annusare Iperborea. Il profumo mi ha stregato subito e quando sono tornato a casa anziché una recensione ne è nato un racconto.”

Lettura del racconto

 A fine lettura, Luca invita a provare da sé questa fragranza “Roberta, grazie alla collaborazione della Maison Villoresi, sarà lieta di omaggiarvene un campione e di invitarvi ad una degustazione olfattiva nei prossimi giorni in profumeria”.

È stato divertente vedere tutti impazienti di annusare Iperborea per provare questa sensazione di “mare, di fiori, di pesca, di bosco” che aveva tanto ammaliato il protagonista del racconto. Qualcuno ha preferito che ne vaporizzassi un po’ direttamente dal tester. Dalla sala si è levata una nube profumata, che descriveva al meglio il freddo pungente di fuori, gli arredi rustici, ed il camino all’interno, e quella incredibile sensazione di tepore, purezza, di stare lì accoccolati a guardare le fiamme del fuoco, ad ascoltare racconti ed aspettare la neve.

Poi, a dire tutta la verità, sono arrivati anche gli strascinati ed i peperoni cruschi 🙂

Grazie a Luca ed a Maria, generosi e premurosi, che ci hanno regalato una serata magica ed indimenticabile in uno dei locali più accoglienti della regione.

Grazie alla Maison Villoresi, certo per tutto il materiale che ci ha fornito per la serata. Ma soprattutto grazie per offrirci fragranze che ci stregano, ci emozionano, ci ricordano che la bellezza può esprimersi anche attraverso straordinarie creazioni olfattive.

*** Per tutto il mese di febbraio con l’acquisto di una fragranza Villoresi da 100ml saremo lieti di omaggiarvi una copia del volume “C’era una volta”.

C'era una volta la presentazione

C'era una volta la serata

C'era una volta Iperborea di Villoresi

C'era una volta un luogo di storie

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Dell’intervista a Ken Follett ovvero in barca a vela nell’Oceano di via Pretoria con Lorenzo Villoresi nel cervello.

01 mercoledì Ago 2012

Posted by Profumeria Adriana in Editoriale, Lorenzo Villoresi, Profumeria Artistica, Profumi

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Centro Storico, coup de coeur, emozione, Iperborea, Luca Lancieri, Profumeria Artistica, Provati per voi, Villoresi

    Ero già con la valigia in mano, ma mica tanto per dire, no. Io proprio che la tenevo in mano la valigia mia. Ed ero contento ed eccitato. Dovevo andare a Parigi, il primo servizio importante: l’intervista a Ken Follett. Il mio capo con la febbre e a fargli l’intervista all’uomo dalla tastiera d’oro ci vado io. A Parigi. Due giorni. Volo business e alloggio tutto spesato al Ritz. Finalmente qualcosa inizia a girare.

     Infatti, lo so io cos’è che inizia a girare. Gira proprio tutto intorno a me e non solo quello che avete ben capito pure voi.

“Mezza calzetta, mettiti sereno. A Parigi non ci vai più tu. L’intervista è saltata. Bye bye, pezzo di fesso”.

     Questo mi dice Ciro D’Ontoriona, l’uomo più ignorante e becero di tutti i beceri ignoranti del globo nostro. Maledetto a lui. E sto qua, co’ la valigia mia in una mano e il cordless nell’altra, la faccia mia è il ritratto della deficienza.

    Quasi contemporaneamente, a Milano, quella merda di D’Ontoriona entra nell’ufficio dell’amministratore delegato del più importante gruppo editoriale europeo, gruppo editoriale che mi dà da mangiare anche se non mi fa andare a Parigi.

“D’Ontoriona dobbiamo fare un’intervista a Luccelli, la casa editrice è L’Arco D’Oro, la sede è a Portofino. L’abbiamo acquisita ieri, non vale un cazzo né la casa editrice e tantomeno quel Luccelli. Faremo in modo, ancora una volta, che entri nei primi dieci nelle classifiche di vendita. Mandaci Coriddi, vola”.

    A volte nella vita capita, certo è raro, che tu stai bello contento e poi t’arriva ‘na palata e dopo che ti sei preso la palata, torni di nuovo contento. E sì perché adesso quello schifo d’uomo di D’Ontoriona mi deve richiamare perché Coriddi, il mio capo, quel venduto da strapazzo che tiene quella rubrica di libri è malato. E chi lo sostituisce?, io.

“Mezza calzetta, devi andare a Portofino intervista urgente a tal Luccelli, vola”.

     Portofino non è Parigi, ma tu butta via. E così quella che doveva essere una giornata meravigliosa è poi diventata ‘na giornata dove pioveva forte forte tanta cacca ma adesso è tornato il sole. Ah, Portofino.

    Macché, la cacca a me mi segue. Già, perché quel Luccelli lo pubblica L’Arco D’Oro che ha la sede a Portofino ma ‘sto cesso sapete di dov’è, dove vive? A Potenza vive, maledizione, maledizione e maledizione. Da Parigi a Portofino a Potenza, un diluvio di merda, altrochè.

    Eccomi qua. A Potenza, pare che ‘sta Via Pretoria sia il cuore pulsante della Città. Sarà, a me pare proprio un po’ triste. Sembra una città fantasma. E aspetto il Luccelli e mentre sono qui che aspetto camminando lungo Via Pretoria sento qualcosa che mi piglia proprio alla bocca dello stomaco e pure al cervello.

    È un odore particolare, strano, sento come fiori freschi, una specie di primavera sul mare. Sì, ‘sto cazzo ho sbroccato, il cervello mio è in pappa. Uno viene a Potenza e sente odore di mare, che poi mi verrebbe da dire oceano. Già perché tu l’odore dell’oceano sai qual è no? Tipo allora oceano Indiano o Pacifico, così giusto per provare con una definizione un tantino più precisa. A bello, senti a me, tu ci hai l’esperienza dell’oceano Cacchifico, e basta.

    Questa lunga digressione con me stesso non m’ha però tolto dal naso st’odore così particolare di fiori freschi, frutta e legni, un’eleganza gentile, d’altri tempi.

“Mi scusi.”

‘na stanga con lunghi capelli ricci e magnetici occhi verdi mi guarda sorridendo.

“Mi perdoni, devo aprire”.

    E mica mi sposto, no. Evidentemente è deciso, il premio di coglione dell’anno non me lo toglie nessuno. La signora deve entrare in negozio, presumibilmente nel suo negozio. E so’ come un pilone dell’autostrada, fermo incorruttibile, non mi sposto e adesso Via Pretoria è come l’oceano in primavera al limitare d’un bosco fiorito e fruttato.

    Il mio cervello mi chiede “Compa’ ma che cazzo ti vai fumando?”.

     La signora mi guarda adesso alquanto interdetta “Si sente bene?” epperò non sorride più, e ti credo.

     Ormai so’ due minuti che mi parla si starà cominciando a fare delle domande.

“Scusi, è italiano?”.

     Già, poteva mica chiedermi scusi ma lei è proprio così cazzone?, si vede che tiene il gene del rispetto e dell’educazione e preferisce pensare che io sia straniero piuttosto che n’ebete preciso preciso.

    Il mio cervello m’ha suggerito giuste giuste tutte le cose da dire ma io mica le dico le cose che m’ha suggerito.

    Penso alle mimose e ai fiori d’arancio in riva all’oceano e ai legni del bosco. Scusa maledetto imbecille, stai in riva all’oceano e senti i frutti del bosco? Ci sarà anche a Potenza un centro d’igiene mentale, forse è ‘na roba passeggera.

    La signora adesso mi tocca il braccio poi saluta in modo molto affettuoso a uno. Uno ora mi dice “Salve, molto piacere sono Luciano Luccelli” e ci spostiamo consentendo alla signora di poter finalmente fare ingresso nel suo negozio.

“Dottor Luccelli, la sente anche lei questa brezza marina fruttata e fiorita?”.

     Il Luccelli è ovviamente molto meno educato della signora “Non si sente bene?”.

     Eccheccazzo se nel giro di cinque minuti in due ti chiedono se ti senti bene vuol proprio dire che tu bene non stai e potresti salvarti, per iniziare avresti potuto far credere d’essere muto, meglio muto che scemo “Non la sente lei, la pesca”.

    Luccelli si guarda intorno, vuole chiedere aiuto, ha capito che non sei muto ed ha la certezza che sei scemo. Preferisce pensare che sei scemo, no pazzo. Avrebbe paura. Eppoi, deve fare l’intervista, lui lo sa che ha scritto un libro che è una cacata pazzesca ma l’intervista la vuole fare perché sa che gli cambierà la vita. E tu invece adesso fai come i cani quando annusano l’aria, stai con la testa in alto e sniffi.

“Lei si droga?” Il mondo esterno ha perennemente bisogno delle sue certezze. Meglio drogato che scemo.

    Io invece sono consapevole della mia sanità mentale. Nel mio cervello non ci sono assessorati politici ne tecnici. Non c’è corruzione, semplicemente sono in una dimensione emozionale nuova e diversa. Sono in un non luogo in compagnia di due persone che però non condividono con me ciò che io ho appena postato. Il mio post è un mattino con i primi caldi raggi del sole, è un oceano al limitare d’un bosco ricolmo d’estratti preziosi, e parlo con i ciclamini e le mimose e la magnolie e ascolto la brezza che mi parla di legni odorosi e d’arancio e mi prendo le vellutate carezze della pesca.

E provo un’infinita tristezza per questo mediocre scrittore che non riesce a seguirmi in questo posto.

“Va meglio?”

Come cazzo ve lo devo dire che va benissimo. Che sto benissimo.

“Ma voi non lo sentite questo profumo?”

Adesso siamo nel negozio di questa signora, è una profumeria.

“Quale profumo, signore?”

“Ma come, questo…”

“Dice questo?” E così dicendomi, questa signora mi piazza sotto al naso mio il polso suo.

     E allora io proprio chiudo gli occhi. E me ne vado sott’acqua. E nuoto. E risalgo. E resto bagnato dalla primavera di Potenza e soffro al pensiero che il mondo pensa che so’ pazzo quando invece mica niente hanno capito di quello che si perdono.

“Sì, sì signora. È questo. Un profumo straordinario”.

“È vero ha ragione, è di Lorenzo Villoresi. Si chiama Iperborea”.

“Sia gentile, me ne dia tre confezioni. Ah, scusi, lei è sposata?”.

“No, ma …”

“Bene, andiamo prima a prendere un caffé”.

    E me la prendo sottobraccio e sono in barca a vela, veleggio in via Pretoria e Lucelli ci guarda che mo’ è lui preciso come a ‘nu scemo.

“Ma…e l’intervista?”

“Ascolti, faccia ’na cosa. Si compri Iperborea e vada a fanculo lei e l’intervista”.

E così mi so’ giocato il posto di lavoro.

Ma volete mettere la soddisfazione di mandare affanculo uno che se lo merita per poi andare in barca a vela in via Pretoria co’ gli America che cantano “Woman Tonight”.  Provate Iperborea di Lorenzo Villoresi e poi fatemi sapere.

                                         Luca Lancieri

                                         lucalancieri.blogspot.it

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